domenica 22 aprile 2012

Infermiera Derubata













La settimana scorsa (NDR)  per esser precisi, mercoledì 18, mentre L'Infermiera delle cure Domiciliare eseguiva dei prelievi a casa di un piccolino, paziente in cura dall'Ospedale Meyer di Firenze, è stata derubata della sua borsa che aveva lasciato in macchina a chiave, proprio all'interno del parcheggio privato, se ne è accorta subito perché la porta è stata letteralmente sfondata, ha subito un danno che si aggira sui 1000 euro, tra documenti importanti, carte di credito, patente, e uno smartphone nuovo. Il fatto è stato segnalato ai carabinieri e all' Azienda Meyer. Il dubbio sorge spontaneo, questo servizio di assistenza domiciliare che è partito circa un anno fa, quali risultati a dato? Gli Infermieri coinvolti in questa attività hanno alcuna assicurazione? Cosa rischia un Infermiere quando prende la macchina aziendale e va a giro per la città? I Sindacati hanno chiesto direttamente alla Dottoressa Angela Brandi di "tirare le somme" di questa Assistenza a Domicilio, visto che la prova sul campo doveva durare 6 mesi e ancora nessuno a dato risposte.

domenica 1 aprile 2012

Toscana. Pediatri in "rete" per un'assistenza migliore


Toscana. Pediatri in "rete" per un'assistenza migliore

Si tratta di una rete ideata per valorizzare le competenze dei singoli nodi che la compongono (aziende, specialisti), costruita intorno a percorsi assistenziali. Tra le novità anche le “cliniche di transizione”, create per seguire i pazienti nel passaggio bambino-adolescente-adulto.

31 MAR - “La Regione dedica da anni grande attenzione all’area materno infantile, pediatrica, neonatologica. Il bambino, l’adolescente e la sua famiglia sono ora al centro dell’ulteriore sviluppo della rete pediatrica regionale, uno sviluppo che sempre di più pone al centro il bambinoe garantisce l’innovazione e la ricerca della cura, valorizzando le eccellenze presenti nel nostro territorio”. Con queste parole l’assessore per il diritto alla Salute, Daniela Scaramuccia, è intervenuta al convegno su “La rete pediatrica regionale”, nell’Aula Magna dell’Aou Meyer, per presentare il documento che andrà a disegnare la rete pediatrica regionale.


Si tratta del frutto di un impegno che per tre mesi ha coinvolto tutti i professionisti della Regione, le Aziende sanitarie, le Aziende Ospedaliero universitarie, la Fondazione Monasterio e che si è ulteriormente arricchito dei contributi emersi dalla Conferenza di consenso, promossa dal Consiglio sanitario regionale. Il documento nasce dunque da una condivisione ampia e partecipata, che valorizza tutte le eccellenze sparse per la Toscana. Una Rete che prevede una condivisione complessiva tra la Regione, le Aree Vaste e per l’occasione la ricostituita Commissione sanitaria regionale.
Con l’occasione è stata anche rinominata la commissione pediatrica regionale che, nell’ambito del consiglio sanitario, ha il compito di definire le linee guida e i percorsi assistenziali della rete pediatrica.


Il modello ispiratore della rete è il cosiddetto “web model”, una rete collaborativa orientata a promuovere e valorizzare le competenze dei singoli nodi che la compongono (aziende, specialisti), costruita intorno a percorsi assistenziali. L’assenza di organizzazione gerarchica dei vari “nodi” e la conseguente valorizzazione di ciascuna specificità si armonizzano con un assetto organizzato per complessità di cure.
Tra le novità salienti del documento, le “cliniche di transizione”, che prevedono l’articolazione della rete pediatrica con il sistema di cure dell’adulto, per poter seguire i pazienti (in particolare quelli di alcune patologie come diabete, fibrosi cistica, nefropatie, malattie reumatologiche e dermatologiche) nel delicato passaggio bambino-adolescente-adulto.

31 marzo 2012
Fonte: Il quotidiano sanita

Gli italiani promuovono gli infermieri: 'Sono una delle professioni del futuro'


Bologna - Gli italiani promuovono gli infermieri: 'Sono una delle professioni del futuro'
Secondo una ricerca realizzata dal Censis per la Federazione Ipasvi
quattro italiani su cinque giudicano positivamente l'operato degli infermieri e ritengono che sia una professione con un alto valore sociale, nove su dieci pensano che sarà una figura sempre più importante nella sanità italiana.


L’emergenza infermieristica degli anni passati è superata, ma rimangono ancora aree di criticità. E il numero degli infermieri risulta ancora complessivamente insufficiente.
A Bologna circa 3.500 infermieri in rappresentanza degli oltre 400.000 infermieri italiani per il XVI Congresso Nazionale dei Collegi Ipasvi "Infermieri. La forza di una nuova cultura per il sistema salute".

La professione dell'infermiere viene riscoperta dagli italiani: non solo è molto apprezzata da pazienti e familiari ma gode anche di un riconoscimento sempre maggiore nell’opinione pubblica per il suo alto valore sociale.
È, in grande sintesi, quanto risulta dall’indagine che la Federazione dei Collegi Ipasvi ha promosso con il Censis sull'upgrading delle professioni infermieristiche come risposta per costruire la sanità del futuro.

I risultati dello studio saranno illustrati nel corso del XVI Congresso Nazionale della Federazione Ipasvi, a Bologna dal 22 al 24 marzo, che vedrà la partecipazione di circa 3.500 iscritti a rappresentare gli oltre 400.000 infermieri del nostro Paese.

Dall’indagine risulta, appunto, che il 76,5% degli italiani che ha avuto rapporti diretti o indiretti con gli infermieri valuta come ottima o buona l’attività da loro svolta. Sono giudicate migliori, in particolare, le competenze tecnico-professionali (il 55,5%), la capacità di relazionarsi con i pazienti e i familiari (48,8%), la cortesia e la gentilezza (41,6%).
«Sono dati che non ci sorprendono – commenta la Presidente della Federazione Ipasvi Annalisa Silvestro – da sempre gli infermieri sono coloro che si trovano più vicini ai pazienti e alle loro famiglie. Quello che però ci dà ulteriore soddisfazione è che dall’indagine emerge anche la sempre maggior consapevolezza, nell’opinione pubblica, del ruolo che gli infermieri rivendicano nel contesto del sistema sanitario italiano».

Secondo l'indagine realizzata dal Censis, infatti, oltre l’87% degli italiani ritiene che l’infermiere sia una professione importante e il suo upgrading viene visto come strumento di miglioramento della sanità.

«La ricerca ha dimostrato che l'infermiere è una professione con un crescente appeal per i giovani e le famiglie, che sono pronte a incoraggiare i figli che scelgono di iscriversi ad Infermieristica – afferma Carla Collicelli, Vice Direttore del Censis – del resto gli immatricolati provengono sempre più dai licei, hanno ottenuto voti alti alla maturità e fanno del Corso di Laurea in Infermieristica la prima scelta. Un altro aspetto importante da ricordare è il buon giudizio della maggioranza degli italiani sull'attività degli infermieri con cui sono entrati in contatto».

Oltre la metà degli italiani, inoltre, si dichiara d’accordo con la scelta di affidare i casi a bassa complessità nei Pronto Soccorso (i “codici bianchi”) direttamente agli infermieri anziché ai medici, per abbreviare i tempi di attesa e di intervento.
«Se la cultura “… è quanto concorre alla formazione dell’individuo sul piano intellettuale e morale e all’acquisizione della consapevolezza del ruolo che gli compete nella società…”, allora noi infermieri – spiega Silvestro – vogliamo mettere a disposizione quello che abbiamo pensato, studiato, approfondito, progettato, sperimentato ed esperito nell’assistenza, nell’organizzazione, nella didattica-ricerca e nelle complesse e reticolate relazioni che quotidianamente intessiamo».

In questa logica il XVI Congresso Nazionale della Federazione Ipasvi si sviluppa attraverso la presentazione di numerose relazioni contenenti approfondimenti professionali, elaborazioni progettuali o sperimentazioni in ambito organizzativo gestionale e didattico-formativo.

Un’intera sessione, per esempio, è dedicata a un confronto sui percorsi e i paradigmi della cultura infermieristica, con una tavola rotonda introdotta da alcune riflessioni di Umberto Veronesi.
Una seconda sessione è dedicata all’illustrazione delle esperienze che i team infermieristici hanno condotto in tutto il Paese. Si tratterà di una selezione di progetti sulle centinaia di segnalazioni che sono giunte al gruppo di valutazione e che, purtroppo, era impossibile inserire tutte nel programma. In questo contesto, un momento specifico è dedicato anche a un segmento particolare della professione, quello degli infermieri pediatrici, mentre un altro è riservato all’approfondimento di un fenomeno quanto mai attuale, quello dell’esercizio libero-professionale.

È prevista poi una tavola rotonda sulla cultura e le responsabilità nell’assistenza e nelle relazioni con le altre professioni sanitarie.
Infine, la quarta e ultima sessione del Congresso vedrà intervenire alcuni esperti sul tema del contributo che gli infermieri possono portare per l’innovazione sostenibile del sistema salute.

«Noi continuiamo a ritenere – sottolinea la Presidente Ipasvi – che il Servizio Sanitario Nazionale debba essere universale; ossia rivolto a tutti i cittadini a cui va mantenuto il diritto di avere un equo accesso a prestazioni e servizi che vorremmo fossero di qualità omogenea in ogni Regione del Paese. L’avere una sanità pubblica, ancora di più in un momento, come l’attuale, di forte crisi economica, è una garanzia. C’è però sul tavolo una grande questione che si intreccia col tema della sostenibilità: quella del governo o meglio, come si usa dire oggi, della governance del sistema salute. Ebbene – conclude Silvestro – io sono convinta che noi infermieri abbiamo molto da dire: ci riteniamo, infatti, portatori di una ricca, peculiare e innovativa cultura che può divenire ed essere considerata un valore aggiunto per il sistema e da cui il sistema può trarre linfa vitale per promuovere e realizzare una modernizzazione “etica” dei processi sanitari».