lunedì 28 aprile 2008

Comunicato Importante


APERTA LA MOBILITA INTERNA

Aperta la mobilità interna per chi è interessato alla prossima implementazione
delle attività
di seguito elencate:

_Trapianti di midollo osseo
-Neurochirurgia
-DEA Pronto Soccorso
-Rianimazione
-Comparto Operatorio
-Terapia Intensiva Cardiochirurgica
-Degenza Subintensiva
-Week Hospital

Le domande dovranno essere presentate alla Direzione Infermieristica e per conoscenza al proprio coordinatore, in carta semplice entro il 04 maggio 2008; possono essere elencate 2 preferenze.

Per maggiori informazioni, chiedete al vostro coordinatore la lettera oppure
contattate il numero 2596
dottoressa Tina Perrone.

In collaborazione con Infermiereinformato e
http://newsnursingup.blogspot.com/


NursingUp il sindacato degli Infermieri

mercoledì 23 aprile 2008

Disagi In Laboratorio


Oggi alle 14, si è tenuta l'assemblea coi tecnici del laboratorio e la RSU dell'Ospedale Meyer, per discutere sulle possibili vie di uscita dal disagio in cui versa il laboratorio per l'aumento di richieste di analisi urgenti che provvengono dai diversi reparti, che col numero di tecnici attuale non è in grado di svolgere il proprio lavoro in tempi brevi, dunque vi è un grande stress e ritardi vari nel espletare al 100% il servizio. D'altro canto le OOSS si stanno impegnando nel riferire alla Direzione sulla stabilizzazione dei lavoratori precari presenti all'Ospedale Meyer, c'è grande fervore tra i lavoratori che vedono a futuro un cambiamento decisivo per uscire da questo impasse già riferito a grande voce alla Direzione.

giovedì 17 aprile 2008

Richiamo Disciplinare Per Un Infermiere: Il Sindacato Lo Difende

«Si tratta di una inspiegabile e ingiustificabile “rappresaglia”».

Il commento di Salvatore Mascoli è inequivocabile. Come esponente politico fuoruscito dall’Udc alcuni mesi fa, per non averne condiviso la gestione della democrazia interna, Mascoli ha voluto rappresentare a Coratolive la condizione di chi starebbe subendo ritorsioni personali causate dalla sua scelta.

Una scelta che l’ha portato, dopo l’abbandono dell’Udc insieme ad una parte consistente del partito di Casini, a ritrovare gli amici della Democrazia Cristiana per candidarsi al Consiglio comunale e sostenere Angelo Amorese come candidato Sindaco.

Questo non deve essere andato giù ai responsabili dell’Udc. Almeno è quanto sostiene Mascoli, quando racconta di un provvedimento a suo danno («e anche a danno della salvaguardia del diritto alla salute degli utenti») subito sul posto di lavoro, all’ospedale di Corato, come infermiere professionale.

«A tutela della condizione psico-fisica dell’utente», aveva richiesto la presenza di un medico per accompagnare il trasporto in ambulanza di un ammalato, così come indica la procedura. Non vedendosi accolta la richiesta, Mascoli ha opposto il proprio rifiuto ad effettuare l’accomapgnamento. I responsabili del presidio ospedaliero hanno contestato il gesto e hanno formalizzato un richiamo disciplinare.

Ma dietro tutto questo, come ci ha raccontato Mascoli, ci sarebbe «un precedente progetto recondito nel tentativo di sopire i primi vagiti di una seppur debole democrazia», in altre parole i fatti potrebbero essere riconducibili ai precedenti dissapori con gli ex compagni di partito, che si sono acuiti in questa campagna elettorale.

Intanto sull’episodio, Salvatore Mascoli incassa la solidarietà di Felice Veneto, segretario territoriale della F.S.I., il sindacato con il quale è risultato recentemente il più suffragato alle elezioni della Rappresentanza Sindacale Unitaria del presidio ospedaliero di Corato.

Pubblichiamo di seguito la lettera inviata in copia alla nostra redazione:

«Testimonio la totale solidarietà al nostro Dirigente Sindacale sig. Salvatore Mascoli, per l’incresciosa, inspiegabile e ingiustificabile “rappresaglia” subita mediante lettera raccomandata AR a firma congiunta del direttore dell’U.O. di Chirurgia d’Urgenza e Pronto Soccorso e del Diretore Sanitario del Presidio Ospedaliero di Corato.

Da alcuni anni il sig. Mascoli in nome e per conto della Organizzazione sindacale F.S.I. e della Rsu della Asl Bari, è impegnato in prima persona a sostenere e tutelare le ragioni degli utenti afferenti la struttura ospedaliera coratina sulle note criticità organizzative, strutturali ed organiche.

Più volte sollecitati i responsabili sopra indicati, pur avendo riconosciuto e condiviso le criticità rappresentate, di fatto, non hanno mai assunto iniziative risolutorie. Incontri sindacali puntualmente rinviati e proposte articolate non sono servite a nulla, anzi, a nostro avviso hanno irretito i dirigenti sopra menzionati, inducendoli a muovere “pretestuose” contestazioni di addebito e promuovere azioni disciplinari a carico del Dirigente Sindacale Mascoli, nel vano intento di discreditare la F.S.I. e contestualmente di dissuaderlo dal portare avanti coraggiose azioni sindacalli nell’esclusivo e precipuo interesse della collettività assistita».

Fonte: Coratolive.it 11 aprile 2008

lunedì 14 aprile 2008

Lavori Usuranti

La Nostra Categoria A Che punto è.......





Fonte: NursingUp

sabato 5 aprile 2008

«Infermieri, State In Guardia»

Rispondono del reato commesso dal paziente psichico non controllato

Infermieri nei guai se non tengono sotto stretto controllo il malato mentale. Gli operatori devono essere «attenti», «diligentemente vigili» e «prestare attenzione al paziente» affetto da patologie psichiche, considerando «l'imprevedibilità» del loro comportamento che può anche sfociare nell'uccisione di un altro paziente. È proprio il caso esaminato dalla quarta sezione penale della Cassazione ( decisione n. 8611 depositata in cancelleria il 27 febbraio, a seguito dell'udienza svoltasi il 30 gennaio 2008) che ha confermato la condanna per omicidio colposo a carico di due infermieri per non aver controllato un ricoverato dell'ospedale di Catania, consentendogli di uccidere nottetempo un paziente di una stanza attigua. Tribunale e Corte d'appello di Catania avevano ravvisato la responsabilità dei due imputati, comminando sei mesi di reclusione, perché «in quella situazione gli infermieri dovevano prestare una vigilanza più accurata, anche se non a vista, mentre risultava che tra le tre e le cinque della notte, il paziente era uscito dalla propria stanza e aveva effettuato una brutale aggressione con modalità che non potevano essere state silenziose». La Cassazione ha riconfermato il verdetto di secondo grado, smentendo le argomentazioni dei ricorrenti che sostenevano di aver agito in maniera corretta, nel rispetto del loro ruolo. «Non è mai stato contestato agli imputati di avere agito con imperizia - replicano i giudici di Piazza Cavour - non essendo tenuti a una diagnosi che è estranea alla loro competenza, ma di aver agito con negligenza». «Una condotta superficiale» che ha certamente agevolato la commissione dell'omicidio, mentre «se gli operatori fossero stati attenti» l'aggressione sarebbe stata bloccata. «Un simile assalto non poteva essere effettuato in silenzio come sostiene la difesa», ribadisce ancora la Cassazione dichiarando infondata l'istanza presentata dai due infermieri e condannandoli anche al pagamento delle spese processuali. Nel corso di quella infausta nottata, gli infermieri erano più volte intervenuti per calmare lo stato di irrequietezza del malato, ma l'avevano fatto «fino a una certa ora» e dopo le due nessuno si era prodigato di controllare il paziente (sarebbe bastato - notano i giudici - guardare attraverso l'oblò dell'infermeria), agevolando l'aggressione. Corte d'appello e Cassazione hanno stigmatizzato «la carenza di sorveglianza nella seconda parte della notte», quando anzi la vigilanza «avrebbe dovuto essere più accurata». Gli operatori non hanno neanche tenuto conto della diagnosi fatta dai medici che avevano riscontrato una psicosi acuta dissociativa, malattia mentale a insorgenza improvvisa che presenta un quadro «delirante e allucinatorio», caratterizzato da una certa imprevedibilità che obbligava una «normale vigilanza», attraverso la quale sarebbe stato possibile «cogliere i segni di quanto stava (tragicamente) avvenendo». Evitando un omicidio. Gabriele Mastellarini

Fonte: Il Sole 24 Ore Sanita' del 01/04/2008 N. 13 - 1-7 APRILE 2008 LAVORO E PROFESSIONE p. 31

mercoledì 2 aprile 2008

Infermiere Con Il Tumore Condannato L´ospedale

Fu esposto ai "raggi X" senza precauzioni

L´Ao di Legnano dovrà versare 80mila euro, all´uomo rimossa la tiroide L´esposizione ai "raggi X" senza le necessarie precauzioni può aver causato un tumore alla tiroide a un infermiere per 29 anni in servizio all´ospedale Legnano. A questa conclusione è arrivato venerdì scorso il giudice della sezione Lavoro di Milano Giovanni Casella, che ha condannato l´Azienda ospedaliera dell´hinterland a risarcire ad A. M., 60 anni, 80.500 euro che si vanno ad aggiungere ai circa 40mila che l´Inail ha già dovuto sborsare due anni fa a titolo di danno biologico nella stessa causa.
L´infermiere professionale, stando alla denuncia presentata dai suoi legali, gli avvocati Gaetano Cro e Alessandro Osnato, dal 1990 era stato trasferito nel reparto di Gastroenterologia dell´ospedale. Due volte alla settimana era addetto ad accompagnare i pazienti in radiologia per un´analisi endoscopica. L´ospedale gli metteva a disposizione solo un camice piombato, ma non un collare, stando a quanto sostenuto dai legali nella denuncia. Una precauzione indispensabile per evitare l´esposizione ai raggi e a evitare guai fisici futuri. Tesi che è sempre stata respinta dai legali dell´Ospedale di Legnano che, invece, erano convinti di aver dimostrato come l´esposizione fosse inferiore ai limiti di soglia di pericolosità.
Proprio questa mancanza sarebbe all´origine del "carcinoma papillare tiroideo" diagnosticato all´infermiere nel 2000. All´uomo, che in questi otto anni ha già subito due diversi delicati interventi chirurgici, è stata asportata la tiroide. Il giudice, in base alle conclusioni di un medico esperto in materia, ha riconosciuto un´invalidità permanente del 33 per cento e, grazie a una perizia di un consulente nominato dallo stesso tribunale, ha raggiunto il convincimento che la patologia a cui è affetto A. M., sia stata provocata proprio dall´esposizione alle radiazioni.
L´infermiere da quando si è ammalato è stato mandato in pensione. I legali dell´ospedale, che dovranno comunque versare ad A. M. quanto stabilito dal giudice, hanno nel frattempo annunciato ricorso in appello.

Fonte: La Repubblica-Milano
16 marzo 2008

martedì 1 aprile 2008

Vediamo A Che Punto Siete.......

Fai anche tu il test....