lunedì 17 dicembre 2012

La Germania chiama gli infermieri italiani per contratti a tempo indeterminato


Dalla Germania fioccano le richieste di lavoro, questa volta trattasi di ricerca di laureati in Scienze Infermieristiche da inserire nel mondo della professione presso Ospedali Pubblici e Privati, Centri di Geriatria, Cliniche di Riabilitazione, e altro ancora.
Aderendo al Progetto Germitalia, i partecipanti saranno assunti con contratto a tempo indeterminato dai gruppi ospedalieri aderenti. L’assunzione è legata alla frequentazione di un corso di lingua tedesca della durata di 17 settimane finanziato dall’organizzazione per il conseguimento del titolo B1 (da tenersi a Stoccarda) e successivamente del titolo B2 a cura delle strutture di formazione professionale IB.
Obiettivo del progetto è quello di stimolare l’interesse dei soli candidati che vogliono cogliere l’opportunità attraverso una scelta seria, responsabile e matura, dando una svolta ponderata e consapevole alla propria vita con la reale possibilità di inserirsi in un contesto sociale e lavorativo meritocratico nettamente evoluto, traendone i dovuti benefici morali e materiali.
Maggiori informazioni visitando il sito www.germitalia.com e la pagina di Facebookhttps://www.facebook.com/pages/Germi-Italia/225221254164397 . Invio del CV all’indirizzo mail:selezione@germitalia.com.

sabato 8 dicembre 2012

SANITA’, IL PIANO DI BONDI: RIDUZIONE POSTI LETTO E GIORNI DEGENZA



Il commissario straordinario alla sanità del Lazio, Enrico Bondi, rallenta sui tagli e potrebbe rimandare tutto alla prossima legislatura. Dopo il vertice di ieri con  direttori generali delle Asl, Bondi ha fatto sapere in una nota che “la presentazione definitiva del piano è prevista per la fine dell’anno”. Il commissario dunque prende tempo ma lancia un allarme: “I dati rivelano un deficit tendenziale per l’anno 2013 di circa 900 milioni di euro”, quindi, superiore al disavanzo di 780 milioni previsto dal tavolo tecnico per quest’anno.
Il commissario ha fissato una serie di appuntamenti da qui alla fine del mese: la prossima settimana è prevista “una serie di incontri one to one, per sciogliere gli ultimi nodi legati alla definizione del piano di rientro”. Quella successiva, invece, è prevista “una riunione plenaria alla quale seguirà la convocazione delle parti sociali”.
Ecco la nota pubblicata sul sito del governo: “Il Piano di rientro di Bondi, promuove la riorganizzazione della Rete Ospedaliera Pubblica, al fine di migliorarne l’efficienza e l’efficacia, e favorisce il potenziamento della rete territoriale, con 3 finalità: ottimizzare l’assistenza dei degenti; migliorare e riqualificare la riabilitazione domiciliare e territoriale; impiegare in modo più efficiente le risorse umane, tecnologiche e strutturali che saranno liberate dalla razionalizzazione. Il Piano di ristrutturazione dell’offerta di salute tiene conto delle criticità del sistema sanitario regionale ed è frutto del confronto serrato tra le strutture centrali della sanità della Regione e i Direttori della aziende ospedaliere delle aziende sanitarie locali. Ad oggi la riduzione della spesa per l’acquisto di beni e servizi è stata di circa 200 milioni di euro”.
“Per raggiungere nell’arco del triennio 2013-2015 un sostanziale equilibrio finanziario il Piano individua una serie di priorità, dalla razionalizzazione della logistica e la tracciatura dell’uso dei beni attraverso la definizione degli indici di consumo, passando per l’organizzazione di un efficiente sistema di controllo di gestione e alla eliminazione degli acquisti al di fuori delle gare, fino a promuovere un costante confronto tra le aziende sanitarie e con le altre Regioni per aggiornare costantemente (e adottare) le migliori pratiche – continua il comunicato – In particolare, il Piano prevede 4 linee di azione: rafforzare la rete dell’emergenza; ridurre la frammentazione assistenziale, aggregando le alte specialità per rafforzare e valorizzare le eccellenze; ristrutturare la logistica della rete ospedaliera con l’intento di razionalizzarla. Il Piano prevede il potenziamento dell’offerta assistenziale nelle Province per decongestionare l’area romana e garantire una migliore equità di acceso all’assistenza sanitaria su tutto il territorio regionale e di conseguenza ridurre il numero delle unità operative complesse”.
Attuare una riduzione selettiva dei posti letto destinati alle alte specialità, ridurre i giorni di degenza media attraverso una più rapida erogazione delle prestazioni e attuare un monitoraggio stringente delle dimissioni ospedaliere – si legge ancora – Questi interventi consentiranno di raggiungere due risultati: garantire anzitutto il rispetto della norma che fissa al 3 per mille il tasso dei posti letto per abitante e, inoltre, aumentare il numero di posti letto disponibili per pazienti provenienti dal pronto soccorso e dal sistema dell’emergenza in genere”.
Il Piano “è stato predisposto per far fronte ai problemi emersi dall’analisi svolta attraverso i dati della Regione Lazio ed elaborati da Agenas. I dati rivelano un deficit tendenziale per l’anno 2013 di circa 900 milioni di euro – continua la nota – L’offerta di sanità ai cittadini della regione presenta due carenze: la prima riguarda l’assistenza territoriale. È un problema comune a molte Regioni. Come sottolinea il rapporto Censis 2012 sulla situazione sociale del Paese la scarsità delle cure domiciliari e dell’integrazione socio-sanitaria pesa per 28 miliardi di euro sulle famiglie (pari all’1,76% del PIL). Anche i dati diffusi dall’Ocse confermano il dato: la spesa out of pocket degli italiani nel 2010 è stata pari al 17,8% della spesa sanitaria complessiva (rispetto al 7,3% della Francia, l’8,9% del Regno Unito e il 13,2% della Germania). Per l’assistenza la stima di fabbisogno ulteriore è valutata intorno ai 150 milioni di euro annui a regime. La seconda criticità è l’eccessiva frammentazione delle prestazioni, che si riflette sulla qualità e la tempestività delle prestazioni. La degenza pre-operatoria ad esempio è di 2 giorni e mezzo, contro la media nazionale di 1,9 giorni. La degenza media totale è di 7,1 giorni (contro i 6,7 della media nazionale).
La Regione, in presenza di queste criticità, è intervenuta su numerosi fronti – prosegue il comunicato – Ha introdotto un sistema di pagamenti per i fornitori che garantisce la possibilità di sconto delle fatture e assicura un pagamento puntuale a 180 giorni. I buoni risultati ottenuti dal nuovo sistema sono dimostrati dalla volontà di uniformarsi espressa da altre Regioni. Altri risparmi sono stati garantiti con le novità in tema di gare effettuate attraverso la Centrale di acquisti creata nel 2010 e applicando le norme della Legge n. 135 del 2012 (Spending Review). La Regione ha messo in atto (e sta tuttora implementando) un sistema di controllo sulle aziende sanitarie che mette a confronto i prezzi d’acquisto unitari e le quantità consumate. Questo strumento di analisi della spesa è un importante punto di partenza per il conseguimento di ulteriori risparmi nel comparto dell’acquisto di beni e servizi. Il contenimento delle spese è stato realizzato anche con l’attuazione della prescrizione elettronica delle ricette, che oggi copre già il 75% delle prescrizioni della Regione Lazio. Il contenimento della spesa, pari a circa 120 milioni di euro, si attesta sul 13% del finanziamento sanitario regionale, in riduzione rispetto al 14% del 2011. Sul versante dell’acquisto di prestazioni da privati accreditati e classificati l’Agenzia di Sanità Pubblica ha colmato i ritardi accumulati negli anni con riferimento alla valorizzazione dei controlli di appropriatezza e congruità delle prestazioni. Gli accreditamenti definitivi delle strutture sanitarie private sui quali si è registrato negli anni un pesante ritardo d’attuazione, sono stati già rilasciati per il 70% del totale degli erogatori presenti, e saranno completati entro il corrente anno”.
Fonte: Roma capitale news