giovedì 17 gennaio 2008

Infermieri, Straordinari Oltre Limiti: l'ispettorato Ha Multato Il Sant'Anna Di Torino

«Il direttore generale dell'ospedale Sant'Anna e il suo staff si devono dimettere».
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TORINO, 10 GENNAIO- È questa la pesante richiesta che arriva dall'associazione nazionale Sindacato Professionisti Sanitari della Funzione Infermieristica (Nursing Up) a seguito del suo esposto all'ispettorato del lavoro sulle condizioni di lavoro degli infermieri delle sale operatorie. Dopo gli accertamenti dell'ispettorato, all'azienda - come ha comunicato il sindacato - è stato chiesto di pagare una pesante multa che riguarderebbe lavoro straordinario oltre i limiti legali e contrattuali di 250 ore annue e mancata fruizione del riposo settimanale e del riposo giornaliero. «Dopo che il direttore generale Marinella D'Innocenzo aveva promesso cambiamenti e aveva addirittura affiancato alla capo sala un consulente esterno, il risultato è inequivocabile - denuncia Francesco Coppolella, Nursing Up -. L'azienda, per parte sua, ha deciso di rimuovere la capo sala con 25 anni di esperienza, imputando così le responsabilità a chi nulla poteva e aveva più volte segnalato le difficoltà. Se lei dovrà pagare - continua -, paghino allora anche coloro che sapevano e che a seguito di segnalazioni non si assumevano le responsabilità». E poi gli interrogativi. «Perché il consulente esterno, pagato con soldi pubblici, che ha affiancato la capo sala non ha avvisato il direttore generale, che sapeva? Chiediamo che la capo sala resti e chi invece è deputato a prendere decisioni intervenga, e nel caso non sia in grado, si faccia da parte. Se invece sarà rimossa dal suo incarico, allora anche il dirigente infermieristico, il direttore sanitario e il direttore generale che sapevano si facciano da parte». Dalla direzione generale dell'ospedale la risposta: «La multa si riferisce al periodo precedente all'avvio della riorganizzazione interna che la stessa direzione ha avviato all'inizio del 2007, ed è quindi riferita ad una situazione di lavoro che questa direzione ha cambiato radicalmente e in meglio. Una situazione di difficoltà che oggi non esiste più. La capo sala, infine, non è stata oggetto di punizione, ma il suo trasferimento è legato alla riorganizzazione interna dell'ospedale».

"Infermieri sfruttati" Sant'Anna condannato

L'ispettorato del Lavoro ha dato ragione agli infermieri del Sant'Anna-Regina Margherita.

Sfruttati, schiacciati dal peso di una mole eccessiva di straordinari, di turni di riposo saltati e superlavoro. Ora l'azienda ospedaliera dovrà pagare migliaia di euro per l'illecito.

La denuncia era partita nell'estate del 2007 dal sindacato di categoria Nursing Up, che aveva segnalato la situazione in cui erano costretti a vivere e a lavorare gli infermieri. E oggi arriva la sorpresa: per la multa «paga» solo una persona, almeno secondo Nursing Up. La caposala di uno dei reparti incriminati è stata allontanata, trasferita in farmacia dopo 25 anni passati in sala operatoria a coordinare il lavoro di decine di infermieri. Sarebbe lei, secondo il direttore generale Marinella D'Innocenzo, la responsabile di tutte quelle ore di straordinario e riposi saltati per cui ora l'ospedale è finito sotto accusa. Lei, che non avrebbe avvertito nessuno della situazione e avrebbe continuato, nonostante gli avvertimenti, «con gli stessi criteri - dice la D'Innocenzo -, con una visione vecchia del sistema, non razionale».

Eppure tutto il lavoro di una qualsiasi caposala è soggetto a controlli della direzione e, per tutto l'anno, dopo la denuncia del sindacato, si sono susseguite riunioni con i vertici dell'azienda ospedaliera per studiare strategie di riorganizzazione. Senza parlare dell'affiancamento di un consulente che avrebbe seguito i progressi della sala operatoria: un caposala chiamato da un altro ospedale per aiutare a ridurre superlavoro e turni massacranti. «È evidente che hanno scelto il loro capro espiatorio», taglia corto Francesco Coppolella, di Nursing Up. «Stanno rovesciando tutta la responsabilità su una persona sola, che nulla poteva e che anzi aveva più volte segnalato le difficoltà del reparto».

Il sindacato rilancia: «Poi, ci chiediamo perché un consulente del direttore, che ha affiancato la caposala per un anno, non abbia risolto e soprattutto non si sia accorto del superlavoro, e avvisato il direttore generale, che ovviamente sapeva benissimo tutto quello che stava succedendo». Fatto è che la caposala è stata allontanata. Nicoletta Tessore, 46 anni, 25 dei quali passati a fare l'infermiera, è comprensibilmente amareggiata: da coordinatrice di 26 persone a responsabile di 4 infermieri in farmacia il salto - verso il basso - suona come una punizione. «La cosa che mi ha fatto male è che non hanno tenuto conto della mia dignità professionale, dopo tutti questi anni senza un richiamo, né scritto, né verbale da parte dell'azienda, a cui ho sempre dato tantissimo, sacrificando vita personale e famigliare». Secondo la dottoressa D'Innocenzo, con l'apporto del consulente gli straordinari si sarebbero abbattuti del 25 per cento. «I risultati sono stati raggiunti da un lavoro collettivo - aggiunge Nicoletta Tessore -, molti progetti, come quello per abbassare gli straordinari degli strumentisti, sono state mie idee. Molte delle razionalizzazioni erano già state pensate e discusse nelle riunioni di reparto nel 2006». Ben prima dell'arrivo del consulente. La D'Innocenzo non molla: ribadisce che non si è cercato nessun capro espiatorio, che la caposala non ha ricevuto valutazioni negative, né sanzioni disciplinari, solo «non si è adeguata al nuovo sistema di riorganizzazione dei turni». Si spazientisce, sottolinea poteri e competenze: «Ci mancherebbe che ora un direttore generale non potesse neanche trasferire una caposala. Ma allora che ci sto a fare qua?».

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