venerdì 28 novembre 2014

Ordine di servizio legittimo, in contrasto con la tutela della prole

Quando la norma contrattuale, pur se esercitata nei termini e nei modi legittimi, contrasta con la norma penale.








 ROMA. È giunta in questi giorni presso il nostro ufficio di Roma, la richiesta di una nostra iscritta, dipendente di una struttura privata accreditata con il SSN, madre di due figli minori di 3 e 5 anni, che è spesso costretta a prolungare il suo orario di servizio obbligata dal dirigente infermieristico della struttura per la quale lavora, impedendogli così, di poter riprendere i figli da scuola e portarli poi a casa. La vicenda è di alcuni giorni fa, dove un’Infermiera in H24 con il turno quel giorno dalle 07.00-14.00, si è vista chiedere (come spesso accadeva) di prolungare il proprio turno di servizio dal dirigente Infermieristico, ed effettuare anche il turno successivo 14.00-21.00 per sopraggiunte necessità organizzative. La collega, avendo i due figli minori a scuola, ha manifestato preoccupata al dirigente la difficoltà a cui sarebbe andata incontro se non avesse potuto andare a riprendere i propri figli entro le 14.30 essendo solo lei l’unica a poterli prelevare. Ha chiesto quindi la cortesia di poter smontare, dovendo per forza di cose recuperare i propri figli di lì a poco. Il dirigente di tutta risposta, nega alla dipendente la possibilità di lasciare il servizio e gli intima che se si rifiuta, sarà costretto a mettere il tutto per iscritto attraverso la redazione di un ordine di servizio, al quale, la dipendente, non avrebbe potuto dire di no, pena una sanzione disciplinare molto pesante. L’infermiera disperata, insiste nel non voler ottemperare alle richieste, al che, il dirigente mette per iscritto la sua richiesta obbligandola di fatto, a rimanere in servizio. Si scatena il panico, i figli sarebbero usciti da scuola alle 14.30 e non avrebbero trovato la propria madre ad attenderli e lei non sa come fare, presa dalla disperazione chiede una consulenza telefonica all’AADI, gli viene risposto che purtroppo onde evitare di incorrere in una sanzione disciplinare grave deve ottemperare, ma può di contro, onde evitare di essere denunciata per abbandono di minore, avvisare il 112 o il 113 spiegando l’accaduto e chiedendo di provvedere a recuperare i figli per lei, essendo obbligata a rimanere in servizio contro la propria volontà. L’infermiera, sollevata dalla risposta esauriente, avvisa il 113, la pattuglia, compresa la situazione, in modo molto professionale e decisamente meritevole si reca presso la scuola dei figli dell’infermiera e li preleva con il consenso della stessa, accompagnandoli poi sul posto di lavoro dalla madre. A seguito di ciò però, l’infermiera, amareggiata e arrabbiata dalla non curanza del dirigente, sporge formale denuncia querela contro il dirigente infermieristico e la pattuglia, raccogliendo la denuncia della signora, denuncia a sua volta a piede libero il dirigente infermieristico che aveva redatto l’ordine di servizio, reo di aver commesso il reato di procurato allarme e sequestro di persona. Il dirigente in questione a seguito della denuncia è stato sospeso dalle funzioni per un periodo di 10 gg lavorativi. (articolo completo su nurse24.it) Fonte: www.nurse24.it

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