venerdì 7 settembre 2012

Medici, infermieri, laboratori così funzionerà l'ambulatorio h24


ROMA - La sanità a portata di mano, dietro l'angolo di casa. Sarà come un piccolo ospedale di quartiere, un ambulatorio dove, 24 ore al giorno sette su giorni su sette, si potrà trovare il medico di famiglia, che ci conosce e sa tutto della nostra storia sanitaria, ma anche lo specialista. Dal pediatra al cardiologo, dal chirurgo, al ginecologo pronti a visitare anche a notte fonda. A fare esami immediati, nel laboratorio sistemato nella stanzetta accanto, o controllare il cuore con l'elettrocardiogramma e dare un'occhiata con l'ecografia al bambino che sta per nascere e continua a scalciare, o ai reni del pensionato per capire se il mal di schiena è dovuto ai calcoli o ad uno sforzo.

"Serviranno ad alleggerire l'assedio ai Pronto soccorso dove solo il 5 % dei 20 milioni di utenti è in codice rosso ed ha bisogno delle strutture di un ospedale. Ma a guadagnarci saranno tutti i cittadini, che non dovranno più aspettare come adesso ore ed ore in corridoio prima di riuscire a vedere un medico, per sapere se in piena notte quel mal di pancia è un indigestione o l'appendicite". Adelfio Elio Cardinale, sottosegretario alla Salute è soddisfatto, mentre racconta che è stata la Toscana la prima a creare questi ospedali di quartiere, diventati punto di riferimento per la riforma. Comunque puntualizza: "É tutto in divenire, bisogna vedere i suggerimenti che arriveranno dalla discussione in parlamento, dalla conferenza stato regioni. Perché saranno le regioni a doverli mettere in pratica, a decidere come, dove quando organizzare gli ambulatori. Saranno loro a dover trovare i fondi".

I PRESIDI
Saranno aperti 24 ore al giorno tutta la settimana e avranno, a seconda del luogo, della densità abitativa, dai dieci ai trenta tra medici, infermieri, tecnici e segreteria per la telemedicina. Potranno essere formati da medici di una sola specialità o garantire figure professionali diverse: dai pediatri ai ginecologi, dai chirurghi ai cardiologi. Saranno i sanitari a decidere liberamente con chi e come aggregarsi, se utilizzare i loro spazi oppure quelli messi a disposizione dalle Asl.

I TEAM
Ancora non è deciso ma si ipotizza in media un bacino di utenza trai i 10 e i 20mila pazienti per centro. "Verrà tenuto conto della densità abitativa, di come è fatto il territorio perché abitare in una città di pianura o in un paesino di montagna in Sicilia che ha l'ospedale più di un'ora di macchina pone scelte e problemi diversi", dice ancora Cardinale.

GLI SPECIALISTI
A lavorare negli ambulatori ci saranno medici di base e gli specialisti, l'Asl potrebbe inoltre decidere di mandare anche dottori e tirocinanti dall'ospedale più vicino. Saranno gli stessi camici bianchi a organizzarsi i turni di lavoro per garantire la copertura del servizio anche se è pensabile che, come in altre professioni, i turni di notte, i momenti più disagiati toccheranno agli ultimi arrivati, ai più disponibili.

LE TECNOLOGIE E GLI ESAMI
Sicuramente ci sarà un ecografo, un elettrocardiogramma, la dotazione per esami di laboratorio, (esami del sangue, urine, tamponi). "E l'attrezzatura informatica per la sanità elettronica. Non solo per vedere la propria cartella sanitaria in rete, ma anche perché con la telemedica, la teleradiologia, curando e vedendo a distanza, magari in collegamento con gli ospedali, si possono risparmiare anche dieci miliardi l'anno", calcola Cardinale.

L'ATTUAZIONE
"Dipende dai tempi tecnici dell'iter parlamentare, dalla conferenza stato regioni, ma penso che, essendo un ottimista, apriranno le porte tra la prossima primavera e l'autunno".

I L PROBLEMA DEI FONDI
La nota dolente del progetto, che è piaciuto ai più, è la mancanza di fondi che rischia di fare restare il tutto lettera morta. Non sono previsti finanziamenti, le Regioni, che dovrebbero mettere i soldi visto che gestiscono la sanità, sono a secco. "Ed è difficile convincere i medici liberi professionisti a svolgere un'attività di 24 ore senza risorse aggiuntive", ha sottolineato il governatore dell'Umbria, Catiuscia Marini.

"Non esistono riforme a costo zero, sono sicuro che le regioni troveranno i soldi per fare meglio con meno. Le sacche di inefficienza ci sono, basta non fare tagli orizzontali che cancellano anche le eccellenze". Il sottosegretario è convinto. I medici di famiglia della Fimmg, per voce del segretario Giacolmo Millilo, soddisfatti "anche se per vedere in funzione gli ambulatori a tempo pieno servirà tempo e denaro, ma porterà un miglioramento dei servizi veramente notevole. Perché finalmente si potrà pensare una medicina d'iniziativa e non solo d'attesa".
Fonte La Repubblica.it
(07 settembre 2012)

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